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446 della chiesa cattedrale di benevento

signor Arcivescovo Palombara nel 24 Febbraio 15771 si fa menzione di un sol pulpito, e lo si addita esistente a sinistra del coro nella nave maggiore, cioè di quel coro che fu dismesso dall’Arcivescovo Arigonio2. Il testo è il seguente: «Vidit lectorum marmoreum pulchrum in columnis marmoreis superpositum, existens in nava magna ecclesiae prope chorum a latere sinistro, bene temptum et decenter positum, ad quod ascenditur per schalas de fabrica.»

Non ho mancato di far ricerche maggiori tanto nell’Archivio Metropolitano che nella Biblioteca Capitolare, ma nulla ho trovato di più sul proposito; gli atti delle S. Visite anteriori e posteriori al 1577 o sono inintelligibili per avarie sofferte o sono muti sul riguardo. Intanto nel 1683 Giovanni De Nicastro nel suo Benevento Sacro3 scrisse, parlando del Duomo, quanto appresso: «Viene (questa Cattedrale) grandemente illustrata da due bellissimi ed antichi pergami di bianco finissimo marmo, sostenuti da sei colonne che si appoggiano sopra altrettanti leoni e altri simili animali con bello e nobile lavoro intagliati. I capitelli delle colonne sono degni da osservarsi per essere assai segnalati. Sono questi posti l’uno d’incontro all’altro nei capi della nave di mezzo. Vi sono cinque statuette per uno di rilievo assai insigni della B. Vergine e di diversi santi e sante (!?), e vi si osservano molti ornamenti di mosaico, benchè per l’antichità assai consunto e mancante». Questa descrizione corrisponde esattamente ai due amboni attuali e alla loro giacitura. Dunque a distanza di poco più di un secolo, dal 1577 al 1683, troviamo citati e descritti due amboni invece di uno.

Poichè dagli atti della S. Visita eseguita dal prelodato Arcivescovo Palombara nel 5 Marzo dello stesso anno 1577 alla chiesa basilicale di S. Bartolomeo Apostolo rilevasi che anche in questa esisteva un pulpito, altri trarrebbe la conseguenza che uno dei due esistenti oggi nella cattedrale sia quello che esisteva in S. Bartolomeo; ma non sembra che possa esser vero. Di fatti in

  1. Archivio Metropolitano, vol. 13. degli atti della S. Visita di Monsignor Palombara, pag. 19.
  2. Vedi pag. 398 di quest’opera.
  3. Manos. cit. pag. 55.