Pagina:Meomartini - I monumenti e le opere d'arte della città di Benevento.djvu/530

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494 giudizii finora pronunciati

prare la vostra fantasia nel purissimo ambiente dell’architettura romana.

Almerico Meomartini, giovane architetto, nel quale non so se sia maggiore la passione per l’arte, o l’amore per la sua città natale1, Almerico Meomartini, cuore d’artista ed intelletto di forte pensatore, ha avuto il coraggioso proposito di illustrare i monumenti e le opere d’arte della città di Benevento, illustrazione storica, artistica, critica. Coraggioso proposito, in questo secolo bottegaio, in cui si legge poco, si studia pochissimo, e dalle scuole si vien fuori colla pretensione di esser dotti ad esuberanza, e collo scopo di raccattar presto una concessione che ci renda subito milionarii. Coraggioso proposito, in questo tempo in cui il culto delle sante memorie patrie è riserbato a pochi eletti. Coraggioso proposito, quando in tanta povertà di entusiasti il lavoro del Meomartini richiede lunghezza di indagini, e forte spesa di riproduzione.

I pochi illustri, che oggi mantengono vivo il fuoco sacro dell’arte in Italia, furono larghi di congratulazioni, di plausi, d’incoraggiamenti al giovane architetto; arrivi a Lui non meno gradita la ammirazione di questo Bollettino, organo di una Associazione, dove si apprezza al giusto valore quanto di nobile e di bello s’imprende nello interesse dell’arte e della scienza.

Io mancherei alle mie tradizioni, mancherei allo scopo di questa pubblicazione tecnica, se non mettessi sotto i vostri occhi la bellezza delle incisioni, la ricchezza delle indagini storiche ed artistiche, l’assennatezza della critica in questo lavoro pregevole del Meomartini. Il campo, in cui mieto, è così bello per le memorie della storia dell’arte, che son sicuro la mia povera parola sarà seguita dalla vostra cortese attenzione.

A questo punto l’Ing. Pepe riepiloga per sommi capi la storia di Benevento; indi prosegue:

Ma io vi priverei del diritto di dare un giudizio proprio sull’opera del Meomartini se continuassi a parlare del suo libro con

  1. L’ottimo amico Ing. Marchese Pepe credeva che io fossi nativo di Benevento.
    A. M.