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66 arco traiano

busque tectis, flumen pristino alveo restituerat. Praeterea vestes, et alia quae sunt eiusdem generis, abdiderat in speluncas per eosdem servos, eosque peracto negocio iusserat occidi, ne, quod actum erat, patefaceret. Sed Bicilis, socius et familiaris Decebali, cui res erat cognita, captus, hos thesauros indicavit.»

Sapendosi che allora, più che oggi, i bottini militari erano in cima ad ogni pensiero di vittoria, questo fu di certo un grande avvenimento, che colmò Traiano e il di lui esercito di somma allegrezza. Esso, pertanto, non poteva sfuggire all’autore del nostro monumento. Ne avremo una prova migliore nello splendido corteggio trionfale Dacico del fregio della trabeazione.

Se non si voglia accettare questa ipotesi, devesi ammettere che rappresenti il Reno per dinotare la Germania, non mai la Dacia per cui scorreva invece il Danubio. S’inganna Rossi. E allora perchè esprimerlo sotto sembianze muliebri?

Nell’angolo inferiore del timpano vi è il solito puttino, che questa volta rappresenta l’autunno, come indicano l’uva e le altre frutta che reca nella mano sinistra. La destra, che era libera, è rotta. Un mantello gli è annodato sull’omero destro, e scende per di dietro, lasciando allo scoperto tutto il lato destro, e sul sinistro ricoprendo la spalla, il braccio e l'avambraccio, da cui pende con naturalissime pieghe.

Nel quarto timpano, che sta pure sulla facciata esterna (Tav. XIII), vi è una figura, virile con barba intera, in atteggiamento in tutto simile alla precedente, e con la medesima copertura sul capo. Le stesse piante lacustri vi si vedono sul fondo e le stesse onde. È l’immagine di un altro fiume, che Rossi opina sia l’Eufrate a esprimere la conquista dell’Armenia, non rifiutando però interamente l’opinione di coloro che vi scorgono il Danubio per attestare le guerre Germaniche; ma dovrebbesi dire Daciche, giacchè, come ho osservato di sopra, per la Dacia scorreva questo fiume. Sebbene io avessi rilevato dal Bellori1 che in due quadri tondi dell’arco di Costantino tanto il Danubio che l’Eufrate sieno rappresentati da figura virile con barba, pur tuttavia devo rite-

  1. Giov. Pietro Bellori, Veteres Arcus Augustorum etc........, Romae 1690, ad templum sanctae Mariae de Pace.