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358 v - alessandro nell'indie


SCENA IX

Parte interna del gran tempio di Bacco magnificamente illuminato e rivestito di ricchissimi tappeti, dietro de’ quali al destro lato, vicinissimo all’orchestra, andranno a suo tempo a ricovrarsi Poro e Gandarte, in modo che rimangano celati a tutti i personaggi, ma scoperti a tutti gli spettatori. Vasto e ornato, ma basso rogo nel mezzo, che poi s’accende ad un cenno di Cleofide. Due grandissime porte in prospetto, che si spalancano all’arrivo d’Alessandro, e scuoprono parte della reggia e della cittá illuminata in lontananza.

Poro uscendo impetuoso, e Gandarte seguitandolo da lontano.

Gandarte. Signor, férmati! ascolta!
Poro. Tu qui! Chiusi del tempio e custoditi
son pur gl’ingressi. Onde venisti?
Gandarte.  Io venni
su l’orme tue per la segreta via
che conduce alla reggia.
Poro.  A secondarmi
giungi opportun. Presso alle chiuse porte,
che s’aprano attendiam: la coppia rea
inaspettati assalirem.
Gandarte.  T’accieca
l’ira, o mio re. Di conseguir che speri?
Il popolo, i guerrieri,
i custodi, i ministri... Ah! che in tal guisa
la tua morte assicuri:
perdi la tua vendetta.
Poro.  Ogni difesa
l’ira mia preverrá.
Gandarte.  Signor, quest’ira,
deh! per ora sospendi:
salvati, fuggi, e miglior tempo attendi.
Poro. Non piú! T’accheta: ho risoluto.
Gandarte. (inginocchiandosi)   O Dio,