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106 ii - siroe


svolgi, se puoi, lo sdegno,
ed in Siroe un eroe conserva al regno.
Laodice. Siroe un eroe! T’inganni: ha un’alma in seno
stoltamente feroce, un cor superbo,
che solo è di se stesso
insano ammirator, che altri non cura;
e che tutto in tributo
il mondo al suo valor crede dovuto.
Arasse. Che insolita favella! E credi...
Laodice.  E credo
necessaria per noi la sua ruina.
La caduta è vicina:
non t’opporre alla sorte.
Arasse.  E chi mai fece
così cangiar Laodice?
Laodice. Penetrar quest’arcano a te non lice.
Arasse. Condannerá ciascuno
il tuo genio volubile e leggiero.
Laodice. Costanza è spesso il variar pensiero.
               O placido il mare
          lusinghi la sponda,
          o porti con l’onda
          terrore e spavento,
          è colpa del vento,
          sua colpa non è.
               S’io vo con la sorte
          cangiando sembianza,
          virtú l’incostanza
          diventa per me. (parte)