Pagina:Metastasio, Pietro – Opere, Vol. I, 1912 – BEIC 1883676.djvu/136

Da Wikisource.
130 ii - siroe

SCENA X

Cosroe, Emira col nome d’Idaspe, e detti.

Cosroe. Veglia, Idaspe, all’ingresso; e il cenno mio
nelle vicine stanze
Laodice attenda.
Emira. Ubbidirò. (si ritira in disparte)
Cosroe. Medarse,
parti.
Medarse. Ch’io parta! E chi difende intanto,
signor, le mie ragioni?
Cosroe. Io le difendo.
Siroe. Resti, se vuol.
Cosroe. No, teco
solo esser voglio.
Medarse. E puoi fidarti a lui?
Cosroe. Piú oltre non cercar. Vanne.
Medarse. Ubbidisco.
Ma poi...
Cosroe. Taci, Medarse, e t’allontana.
Medarse. (Mi cominci a tradir, sorte inumana!) (parte)

SCENA XI

Cosroe, Siroe ed Emira in disparte.

Cosroe. Siedi, Siroe, e m’ascolta. (Cosroe siede)
Io vengo qual mi vuoi, giudice o padre.
Mi vuoi padre? Vedrai
fin dove giunga la clemenza mia.
Giudice vuoi ch’io sia?
Sosterrò teco il mio real decoro.
Siroe. Il giudice non temo, il padre adoro. (siede)