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atto terzo | 299 |
SCENA VIII
Varo e detti.
Valentiniano. Varo, eseguisti?
Varo. Eseguito è il tuo cenno:
Ezio morí.
Fulvia. Come! Che dici?
Varo. (a Valentiniano) Al varco
l’attesero i miei fidi: ei venne; e prima
che potesse temerne, il sen trafitto
si vide; sospirò, cadde fra loro.
Massimo. (Oh sorte inaspettata!)
Fulvia. Oh Dio! mi moro.
(si appoggia ad una scena, coprendosi il volto)
Valentiniano. Corri; l’esangue spoglia
nascondi ad ogni sguardo: ignota resti
d’Ezio la morte ad ogni suo seguace.
Varo. Sará legge il tuo cenno. (parte)
Valentiniano. E Fulvia tace?
Or è tempo che parli. E perché mai
«generoso monarca» or non mi dice?
Fulvia. Ah, tiranno! Io vorrei... Sposo infelice! (come sopra)
Massimo. Un primo sfogo al suo dolore ingiusto
lascia, o signor.
SCENA IX
Onoria e detti.
Onoria. Liete novelle, Augusto.
Valentiniano. Che reca Onoria? Il volto suo ridente
felicitá promette.