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atto secondo 337


pietosi numi, il mio coraggio. Illeso
s’io resterò per lo cammino ignoto,
tutti i miei giorni io vi consacro in voto.
 (si getta dal ponte nel fiume)

SCENA VI

Cleofide dalla destra, preceduta da Poro senza spada.

Cleofide. Ma per pietá, ben mio,
non piú sospetti. Io t’amo;
non amo altro che te: penso a salvarti,
quando soffro Alessandro.
Poro.  Oh Dio! vorrei
prestarti fé.
Cleofide.  Ma per prestarmi fede
quai pegni vuoi da me? T’adoro ingrato:
fuggitivo or ti sieguo;
lascio i paterni lidi;
abbandono i miei regni; e non ti fidi?
Giusti dèi, che vedete
l’interno d’ogni cor, tutti al grand’atto,
tutti siate or presenti. Io fida a Poro
sposa or mi giuro: il giuramento ascolti,
vindice e testimonio il ciel ne sia.
Poro, dammi la destra; ecco la mia.
Poro. Oh destra! oh sposa! oh me felice! Io fui
un ingiusto finor: perdono, o cara. (inginocchiandosi)
Qualunque fallo antico...
Cleofide. Aimè! Sorgi, mia vita; ecco il nemico. (spaventata)
Poro. Dove?
Cleofide.  Colá.
Poro.  Quest’altra via... Ma quindi
pur s’appressan guerrieri. Agl’infelici
son pur brevi i contenti!