Pagina:Metastasio, Pietro – Opere, Vol. I, 1912 – BEIC 1883676.djvu/362

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356 v - alessandro nell'indie


Erissena.  Al tempio maggior.
Poro.  Quando?
Erissena.  A momenti.
Poro. Perfida! invan lo speri. (furioso in atto di partire)
Gandarte. (trattenendolo) Ove t’affretti?
Poro. Al tempio! (risoluto)
Erissena.  Ah, no! (trattenendolo)
Gandarte. (come sopra)   T’arresta!
Poro. Lasciatemi! (volendosi liberar da loro)
Gandarte.  Ti perdi!
Erissena. Corri a morir!
Poro.  Lasciatemi, importuni!
 (si libera con impeto)
Or non vedo perigli,
or non soffro consigli,
or non odo ragion. Tutta la terra,
tutti i numi del ciel, tutto l’inferno
non basterebbe a trattenermi ormai.
Erissena. E che tentar pretendi?
Gandarte.  E che farai?
          Poro. Trafiggerò quel core,
     che di perfidia è nido;
     e con quel sangue infido
     il mio confonderò.
          Del giusto mio furore
     per memorando esempio
     i sacerdoti, il tempio,
     i numi abbatterò. (parte)

SCENA VII

Erissena e Gandarte.

Erissena. Seguilo almen, Gandarte;
assistilo, se m’ami.
Gandarte.  Addio, mia vita.