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varianti 225


Adriano. No. Se non vuoi, non mi vedrá... Ma... temo...

Tu che faresti in un egual periglio,
nel caso mio?
Sabina.   Non chiederei consiglio.
Adriano. E ben, parta Emirena
senza vedermi. Aquilio
le ne rechi il comando.
Aquilio.   Ah, che dirai,
povera principessa! (facendosi artificiosamente sentire)
Adriano.   Olá! che parli?
Aquilio. Nulla, signor. Volo a ubbidirti.
Adriano. (pensa)  Aspetta.
Meglio è che ’l suo destino
sappia dalla mia voce.
L’ascoltarla un momento alfin che nuoce?
Sabina. (s’alza) Ah! ingrato, m’inganni
     nel darmi speranza:
     giurando costanza,
     mi torni a tradir.
          La fiamma novella, ecc.

SCENA IV

Adriano. Udisti, Aquilio? E si dirá che tanto

sia debole Adriano?
Aquilio.   Ognuno è reo,
se l’amore è delitto.
Adriano.   E con qual fronte
le colpe altrui correggerò, se lascio
tutto il freno alle mie! No, no: si plachi
la sdegnata Sabina;
non si vegga Emirena; al primo laccio
torni quest’alma, e, scosso
il giogo vergognoso... Oh Dio, non posso!
          La ragion, gli affetti ascolta
     dubbia l’alma; e poi, confusa,
     non vorrebbe esser disciolta,
     né restare in servitú.