Pagina:Metastasio, Pietro – Opere, Vol. II, 1913 – BEIC 1884499.pdf/25

Da Wikisource.

atto primo 19
perché si fa rivale

d’Ircano e di Mirteo? Chiedasi...
Semiramide. (arrestandola)  Ah! ferma:
non gli parlar, se la tua pace brami.
Tamiri. Ma la cagion?
Semiramide.   Tu sei
innocente in amore, ed egli ha l’arte
d’affascinar chi sue lusinghe ascolta.
Scitalce. Nino... (appressandosi)
Semiramide.   Eh! taci una volta; (con impeto)
non turbarci così.
Scitalce.   Ma qui si tratta
del mio riposo, e compatir tu déi...
Tamiri. Ma, Scitalce, io vorrei
chiaro intendere alfin quai son gli affetti
che nascondi nel seno.
Scitalce.   In seno ascondo
un incendio per te; l’unico oggetto
sei tu di mia costanza,
il mio ben, l’idol mio, la mia speranza.
Semiramide. (Perfido!)
Tamiri.   Io non intendo
se siano i detti tuoi finti o veraci;
eccedi e quando parli e quando taci.
Scitalce.   Se intende sì poco
     che ho l’alma piagata,
     tu dille il mio foco, (a Semiramide)
     tu parla per me.
     (Sospira l’ingrata,
     contenta non è.)
          Sai pur che l’adoro, (alla stessa)
     che peno, che moro,
     che tutta si fida
     quest’alma di te.
     (Si turba l’infida,
     contenta non è.) (parte)