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248 ix - demetrio


          Misera ben son io,

     che nel segreto laccio
     amo, non spero e taccio,
     e l’idol mio nol sa. (parte)

SCENA V

Mitrane, poi Fenicio.

Mitrane. Inutile pietá!

Fenicio.   Mitrane amico,
Cleonice dov’è?
Mitrane.   Costretta, alfine
s’incammina alla scelta.
Fenicio.   Ecco perdute
tutte le cure mie.
Mitrane.   Perché?
Fenicio.   Conviene
ch’io sveli alla tua fede un grande arcano.
Tacilo e mi consiglia.
Mitrane.   A me ti fida:
impegno l’onor mio.
Fenicio.   Giá ti sovviene
che ’l barbaro Alessandro,
di Cleonice genitor, dal trono
scacciò Demetrio, il nostro re.
Mitrane.   Saranno
omai sei lustri, e n’ho presente il caso.
Fenicio. Sai che Demetrio oppresso
morí nel duro esilio, e inteso avrai
che pargoletto in fasce
seco il figlio morí.
Mitrane.   Rammento ancora
che Demetrio ebbe nome.
Fenicio.   Or sappi, amico,