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98 | xii - demofoonte |
sotto la disciplina
di sí dotti maestri, ogni dottrina.
Creusa. Al rossor d’un rifiuto una mia pari
non s’espone però.
Demofoonte. Rifiuto! E come
lo potresti temer?
Creusa. Chi sa?
Demofoonte. La mano,
pur che tu non la sdegni, in questo giorno
il figlio a te dará: la mia ne impegno
fede reale. E, se l’audace ardisse
di repugnar, da mille furie invaso,
saprei... Ma no! troppo è lontano il caso.
Creusa. (Sí, sí! Timante all’imeneo s’astringa,
per poter rifiutarlo.) E bene, accetto,
signor, la tua promessa. Or fia tua cura
che poi...
Demofoonte. Basta cosí. Vivi sicura.
Creusa. Tu sai chi son; tu sai
quel che al mio onor conviene:
pensaci; e, s’altro avviene,
non ti lagnar di me.
Tu re, tu padre sei,
ed obbliar non déi
come comanda un padre,
come punisce un re. (parte)
SCENA II
Demofoonte e poi Timante.
al grado, al sesso ed all’etá si doni.
Pur convien che Timante