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228 xiv - achille in sciro


di ragionar con lui! Muoverla ad ira,

ch’io l’osservi, non dee.)
Ulisse. (piano ad Arcade)  (Che fa?)
Arcade. (piano ad Ulisse)  (Ti mira.)
Ulisse. Di questo albergo invero
ogni arredo è real. Gli sculti marmi
  (guardando le statue)
sembran pieni di vita. Eccoti Alcide
che l’idra abbatte. Ah! gli si vede in volto
lo spirito guerrier. L’anima eccelsa
gli ha l’industre maestro in fronte accolta.
(Guarda se m’ode.) (piano ad Arcade)
Arcade. (piano ad Ulisse)  (Attentamente ascolta.)
Ulisse. Ecco quando dal suolo
solleva Anteo per atterrarlo; e l’arte
qui superò se stessa. Oh, come accende,
quando è sí al vivo espresso,
di virtude un esempio! Io giá vorrei
essere Alcide. Oh generoso, oh grande,
oh magnanimo eroe! Vivrá il tuo nome
mille secoli e mille.
Achille. (Oh dèi, cosí non si dirá d’Achille!)
Ulisse. (Ed or?) (piano ad Arcade)
Arcade.   (S’agita e parla.) (piano ad Ulisse)
Ulisse.   (Osserva adesso.)
Che miro! Ecco l’istesso (volgendosi ad altra parte)
terror dell’Erimanto
in gonna avvolto alla sua Iole accanto.
Ah! l’artefice errò. Mai non dovea
a questa di viltá memoria indegna
avvilir lo scarpello:
qui Alcide fa pietá; non è piú quello.
Achille. (È vero, è vero. Oh mia vergogna estrema!)
Ulisse. (Arcade, che ti par?)
Arcade.   (Parmi che frema.)
Ulisse. (Dunque si assalga.) (s’incammina verso Achille)