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302 xv - ciro riconosciuto


          Parlerò; non è permesso

     che finor mi spieghi a pieno.
     Tornerò; sospendi almeno,
     finché torni, il tuo dolor.
          Se trovarmi ancor non sai
     tutto in volto il core espresso,
     tutto or or mi troverai
     su le labbra espresso il cor. (parte)

SCENA IX

Mandane e poi Cambise.

Mandane. Onnipotenti numi,

questo che vorrá dir? Sarebbe mai
la mia speme un inganno?
Cambise.   Amata sposa,
mio ben.
Mandane.   Sogno o son desta?
Cambise! idolo mio! tu qui! tu sciolto!
Qual man liberatrice...
Cambise.   Arpago... oh quanto
dobbiamo alla sua fede! Arpago è quello
che mi salvò. Me prigionier raggiunse
per cammino un suo messo; a’ miei custodi
parlò: fui sciolto. — In libertá, — mi disse —
signor, tu sei. Va’: con piú cura evita
qualche incontro funesto:
Arpago, che m’invia, diratti il resto. —
Mandane. Oh vero, oh fido amico!
Cambise.   E pure il figlio
serbarci non poté. Sapesti?... Oh Dio,
che barbaro accidente!
Mandane.   Il piú crudele