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ATTO PRIMO

SCENA I

Atrio nel palazzo suburbano del console Manlio. Spaziosa scala che introduce a’ suoi appartamenti.

Attilia, Licinio dalla scala, littori e popolo.

Licinio. Sei tu, mia bella Attilia? Oh dèi! confusa

fra la plebe e i littori
di Regolo la figlia
qui trovar non credei.
Attilia.   Su queste soglie
ch’esca il console attendo. Io voglio almeno
farlo arrossir. Piú di riguardi ormai
non è tempo, o Licinio. In lacci avvolto
geme in Africa il padre; un lustro è scorso;
nessun s’affanna a liberarlo; io sola
piango in Roma e rammento i casi sui:
se taccio anch’io, chi parlerá per lui?
Licinio. Non dir cosí: saresti ingiusta. E dove,
dov’è chi non sospiri
di Regolo il ritorno, e che non creda
un acquisto leggier l’Africa doma,
se ha da costar tal cittadino a Roma?
Di me non parlo: è padre tuo, t’adoro,
lui duce appresi a trattar l’armi, e quanto