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198 | xix - antigono |
andar mi sia permesso.
Alessandro. (alle guardie) Olá! d’Ismene
nessun limiti i passi.
Ismene. (Oh, come è vero
che ogni detto innocente
sembra accusa ad un cor che reo si sente!)
Sol che appresso al genitore
di morir tu mi conceda,
non temer ch’io mai ti chieda
altra sorte di pietá.
A chi vuoi prometti amore:
io per me non bramo un core
che professa infedeltá. (parte)
SCENA X
Berenice, Alessandro, Clearco e soldati.
Berenice si scorga. E tu, piú saggia...
Berenice. Signor...
Alessandro. Taci. Io ti lascio
spazio a pentirti. I súbiti consigli
non son sempre i piú fidi:
pensa meglio al tuo caso, e poi decidi.
Meglio rifletti al dono
d’un vincitor regnante,
ricòrdati l’amante,
ma non scordarti il re.
Chi si ritrova in trono
di rado invan sospira;
e dall’amore all’ira
lungo il cammin non è. (parte)