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24 xvi - temistocle


          So che spesso tra i fiori e le fronde

     pur la serpe s’asconde, s’aggira;
     so che in aria talvolta s’ammira
     una stella, che stella non è. (parte)

SCENA XI

Aspasia e poi Rossane.

Aspasia. Dov’è mai? Chi m’addita,

misera! il genitor? Nol veggo, e pure
qui si scoperse al re. Neocle mel disse:
non poteva ingannarsi. Ah, principessa,
pietá, soccorso! Il padre mio difendi
dagli sdegni di Serse.
Rossane.   Il padre!
Aspasia.   Oh Dio!
Io son dell’infelice
Temistocle la figlia.
Rossane. Tu! come?
Aspasia.   Or piú non giova
nasconder la mia sorte.
Rossane. (Aimè! la mia rival si fa piú forte.)
Aspasia. Deh! generosa implora
grazia per lui.
Rossane.   Grazia per lui! Tu dunque
tutto non sai.
Aspasia.   So che all’irato Serse
il padre si scoperse: il mio germano,
che impedir nol poté, fuggí, mi vide,
e il racconto funesto
ascoltai dal suo labbro.
Rossane.   Or odi il resto.
Sappi...