Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
atto terzo | 315 |
tutta la mia felicitá. Non dirmi
d’amar la sposa mia. Giá l’amo a segno,
che senza lei mi spiacerebbe il regno.
L’amerò, sarò costante:
fido sposo e fido amante,
sol per lei sospirerò.
In sí caro e dolce oggetto
la mia gioia, il mio diletto,
la mia pace io troverò. (parte)
SCENA III
Agenore solo.
Uscite alfine, uscite,
trattenuti sospiri,
dal carcere del cor: piú nol contende
alfin la mia virtú. L’onor, la fede
son soddisfatti a pieno:
abbia l’amor qualche momento almeno.
Oh Dio, bella Tamiri, oh Dio...
SCENA IV
Elisa e detto.
Elisa. Ma senti,
Agenore: quai fole
s’inventan qui per tormentarmi? È sparso
ch’oggi Aminta a Tamiri
dará la man di sposo, e si pretende
che a tal menzogna io presti fé. Dovrei,
per crederlo capace
di tanta infedeltá, conoscer meno