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russi e tartari

sono le misure prese da Vostra Maestà e quali soccorsi deve attendere dai governi più vicini a quello di Irkutsk.

— Lo sa, rispose lo czar; ma ciò che ignora è che Ivan Ogareff, insieme colla parte di ribelle, deve fare quella di traditore, e che egli ha in lui un nemico personale accanito. È al gran duca che Ivan Ogareff deve la sua prima disgrazia, e ciò che vi ha di più grave è che quest’uomo non è da lui conosciuto. Il disegno di Ivan Ogareff è dunque di recarsi ad Irkutsk, e colà, con falso nome, offrire i propri servigi al gran duca. E quando gli abbia carpito la fiducia, quando i Tartari abbiano investito Irkutsk, consegnare la città agli invasori, e colla città mio fratello, la cui vita è direttamente minacciata. Ecco quanto io so per mezzo de’ miei rapporti; ecco quanto il gran duca non sa e che è necessario che sappia.

— Ebbene, sire, un corriere intelligente, coraggioso....

— Lo aspetto.

— E che faccia diligenza, aggiunse il gran mastro di polizia, perchè permettetemi di dirlo, sire, è terra propizia alle ribellioni la terra siberiana.

— Vuoi tu dire che gli esiliati possono far causa comune cogli invasori? disse lo czar non sapendosi vincere a questa insinuazione del gran mastro di polizia.

— Che Vostra Maestà mi scusi, rispose balbettando il gran mastro di polizia, perchè era propriamente il pensiero che gli aveva suggerito il suo spirito inquieto e diffidente.

— Io credo che gli esiliati abbiano più patriotismo, riprese a dire lo czar.

— Vi sono in Siberia altri condannati, oltre