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michele strogoff

gli esiliati politici, rispose il gran mastro di polizia, i colpevoli di qualche delitto!

— Quelli, generale, te li abbandono! Sono il rifiuto dell’uman genere; non appartengono a nessun paese, ma il sollevamento, o meglio l’invasione, non è fatta contro l’imperatore, è contro la Russia, contro questo paese che gli esiliati non hanno perduta ogni speranza di rivedere. No, mai un Russo farà lega con un Tartaro per impedire d’un’ora sola la potenza moscovita!

Lo czar aveva ragione di credere al patriotismo di coloro che la politica teneva per il momento lontani. La clemenza, che era il fondo della sua giustizia, quando poteva dirigerne egli stesso gli effetti, i raddolcimenti grandi con cui aveva applicato gli ukasi, già tanto terribili, gli assicuravano che non si poteva ingannare. Ma, anche senza questo potente elemento di successo portato all’invasione tartara, le condizioni erano del pari gravissime, perchè era a temere che una gran parte della popolazione kirghiza si unisse agli invasori.

I Kirghizi si dividono in tre orde, la grande, la piccola, la media, e contano circa quattrocentomila tende, ossia due milioni di anime. Di codeste diverse tribù, alcune sono indipendenti e le altre riconoscono la sovranità o della Russia, o dei kanati di Kiva, di Kokand e di Bukara, vale a dire dei più formidabili capi del Turkestan. L’orda media, la più ricca, è in pari tempo la più considerevole, ed i suoi attendamenti comprendono tutto lo spazio compreso fra i corsi d’acqua del Sara-Sou, dell’Irtyche, dell’Ichma superiore, il lago Hadisang ed il lago Aksakal. La grande orda, che occupa le regioni situate nell’est della media,