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Pagina:Michiel - Notizia d'opere di disegno, 1800.djvu/194

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(72) La Chiesa di San Satiro, che l’autore fa di architettura antica, dal Cesariano è nominata, senza dire se sia antica o moderna, nel Comento sul Libro V. Capo 6. di Vitruvio p. 99., dove cita la proiecta distributione columnare circa le pariete, vel la cella de la æde di Sancto Satyro in Milano: quale attigurge columne substeneno la emicycliata sua curva fascia facta como ad lacunarii. Ecco una perfetta corrispondenza anche quanto a parole tra l’autore e il Cesariano, di cui l’opera in appresso nominatamente s’allega. Assigurge porta il manoscritto due volte, facilmente a cagione di svista dell’autore: ed io vi posi Attigurge invece di Atticurge, opera Attica, perchè usato, sebbene malamente, dal Cesariano. Ciò pure che l’autore segue a scrivere conviene col Comento di questo sul Libro IV. Capo 78. pag. 71. ove dicesi che non è da riguardare a fare la adorazione nisi verso lo oriente, ma secundo che si po in li lochi per necessità non constringe, siccomo in la æde picciola del Divo Satyro in Milano. Trovasi detto che la Chiesa di S. Satiro è opera di Bramante, fra le di cui architetture è posta anche dal Sig. Consigliere di Pagave (Vasari, T. V. p. 158. edizione di Siena). Il Latuada nella descrizione di Milano (T. II. p. 245.) la fa opera di Bramantino, cioè Bartolommeo Suardi Milanese, sull’autorità del Lomazzo nell’Idea ec. p. 103. Ma questo scrittore nè ivi, nè in altro luogo lo dice: bensì della Sagrestia scrive ciò a carte 90. dell’opera suddetta dell’edizione di Bologna 1785, cui s’oppone l’asserzione del Cesariano, da riferirsi nell’annotazione seguente. Il Vasari poi nella Vita di Girolamo da Carpi (VIII. 374.) ne riconosce autore Bramantino: con ordine del quale, dice, fu fatto il tempio di S. Satiro, che a me pia-

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