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il libro d'enrico 97

Si spegnevano ancor. Dalla montagna
270Forte soffiava il vento e le fuggenti
Nuvole presto avanti a sè disperse.
Così, pensai, di vane ombre turbata
Era l’anima mia ne’ primi ardori
Di giovinezza; torni ora la pace.
 
275Al di là della tomba è la tua gloria,
Anima mia, lo sento; e non per eco
D’umana lode che ti segua. Il nome
Deporrai, vacua spoglia, e quanto vela
Quaggiù l’essenza tua. Quindi, sdegnosa
280Del lido angusto che ti tenne, a Dio
Ti leverai possente genio, ignudo
Amore e fantasia, d’astri splendenti
Creätor nel suo Nome e nel suo Spiro.
Dio, così credo, lagrimo, t’adoro.