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il libro di miranda 189

LXIII.


Fummo a render la visita. Discendo
Or di carrozza, e le mie glorie scrivo.
Ho una leggiadra veste azzurra e bianca,
Alle orecchie due grandi anella d’oro,
Un bizzarro berretto di velluto
Colla penna cerulea.
Ancor son bella
Così col viso dal piacere acceso,
Dal sole e dalla febbre!
Era la villa
Zeppa di gente allegra. Una signora
D’ingenuo cor suonò söavemente
Musica grave. Parvemi che soli.
Dai lor vasi di bronzo e di cristallo,
Comprendesserla i fior tolti al giardino
Ed un ritratto alla parete appeso.
Poi pregarono me. Tremato avrei
Un tempo. Pronta al cembalo m’assisi;
Sovra le corde docili e possenti;