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il libro d'enrico | 59 |
XIV.
Mai tanto la città non fu deserta.
Gente non è che passa nelle vie;
Agli occhi miei son ombre, e lor favella
140M’è sconosciuta. Nel mio cor v’ha un mondo
Sì bello e grande, che ho quest’altro a sdegno.
Quando soletto seggo meditando
L’indocil verso e le sconvolte fila
De’ miei pensieri, m’affatico indarno;
145Presto m’esce di man la penna inerte.
Così, d’estate, allor che a mezzogiorno
Brucia il sole terribile, ogni cosa
Nella campagna squallida si tace.