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Pagina:Mirtilla.djvu/28

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P R I M O. 10

E da quella beltà, che non ha pare,
La mi posi ad amare:
Ed è passato il Sol già quattro volte
Per i dodici alberghi,
Dal dì, ch’ella mi accese,
E ’n dolci nodi strinse,
Con le dorate chiome,
Questo per lei piegato, & arso core
Hor hai sentito à pieno
L’historia del mio male.
Nè soverchio m’è parso il raccontarti
Quella solennità, che allhor si feo.
Ch’io dolente d’Amor vittima fui,
Sapendo come tu sei giorni innanzi,
Nel saltar d’un gran fosso ne cadesti,
Percotendo d’un piede in una pietra;
E fù sì grande la percossa tua,
Che molti giorni poi
Ne rimanesti infermo;
Eccoti detto à pieno
Quello, che non vedesti.
Tir.M’è stato caro certo
L’udir quel, che non vidi; e dal tuo dire
Hò chiaramente conosciuto, come
In un bel modo in vero
Amor t’attese al varco,
E in più bel modo poi,
Di libero ti fè divenir servo.
Ma temo, che, sì come t’accendesti


Ne