Pagina:Mirtilla.djvu/46

Da Wikisource.

S E C O N D O. 19

Gli faccino cangiar pensiero, e voglia;
Eccolo giunto, e già vicino a noi:
Ascondiamoci tosto.
Ard.                                        Ecco m’ascondo.
Mir.Et io quì mi porrò: cortese Amore
Concedimi, che questo giorno sia
Fin del mio mal, principio del mio bene.



SCENA TERZA.

Uranio, Ardelia, e Mirtilla.


Ura.
P
Ensi pur Tirsi, faccia, e dica quanto

Vuol, ch’unqua non potrà da l’Amor mio
Levarmi, ohime, che solo il può far Morte;
E se dopo la morte amar si puote,
Nè anco la sua forza, havrà mai forza.
Di spegner ne l’oblio questa mia fiamma,
La qual si dolcemente mi consuma,
Che d’ardere, e languir mi glorio, e vanto;
E sò, che la beltà de la mia Dea
E tal, ch’Amore in lei posto ha ’l suo nido,
E di sua mano ordisce,
De le sue bionde treccie i cari nodi,
Con le quai lega a mille amanti il core,
Sono gl’occhi, e le ciglia,
Le sue saette, e l’arco,
Che mai non scocca in vano;
La spatiosa fronte
E il varco, ov’egli fà continue prede,


Le