Pagina:Misteri di polizia - Niceforo, 1890.djvu/282

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ciò che sapeva d’enfatico e di falso il rapporto del Commissario, lo faceva suo, e scriveva al Corsini opinando pel rigetto della istanza del Tommasèo e ciò: „Anche perchè il Governo granducale aveva stabilita la massima applicata di recente al marchese Giuseppe Arconati-Visconti di non ammettere in Toscana sudditi austriaci amnistiati, se prima non si fossero costituiti negli Stati di Sua Maestà Cesarea a prestarvi atto di sottomissione ed obbedienza, e quindi coll’assenso di quel governo e con regolare passaporto si portassero nel Granducato.„ Aggiungeva infine, che il Tommasèo era anche autore del Duca d’Atene, opera proibita con risoluzione ministeriale del 18 dicembre 1837. E don Neri Corsini, con biglietto del 25 marzo 1839, faceva conoscere al Buon Governo che manteneva l’ostracismo pronunziato contro l’autore del Dizionario dei Sinonimi. Cosicchè il Tommasèo, se volle rientrare in Toscana, gli fu giocoforza passare sotto le forche caudine dell’atto di sottomissione ed obbedienza imposto agli amnistiati delle provincie Lombardo-Venete e ritornare negli Stati di Sua Maestà Cesarea. Difatti, egli chiese di rientrare nel regno Lombardo-Veneto, e, con passaporto vistato dall’ambasciatore austriaco a Parigi, lasciò la Francia; e condottosi da Marsiglia a Livorno, da questa, il 9 settembre 1839, mosse per Venezia. Da Firenze, intanto, fin dal 10 agosto era stato ordinato al Governatore di Livorno che non frapponesse ostacoli allo sbarco del Tommasèo. L’anno seguente il nostro scrittore rinnovò la sua istanza. Come rilevasi da una nota del 26 giugno 1840, il ministro degli affari interni scriveva al Presidente del Buon Governo: „Il noto N. Tommasèo, suddito austriaco, rimpatriato in virtù dell’atto d’amnistia del 6 settembre 1838, ha esposto al proprio Governo il desiderio di trasferirsi in Toscana, dove dice essere richiamato da interessi e viste di letteratura. Il Governo Cesareo, attestando che il Tommasèo dopo il suo rimpatriamento si è condotto con saviezza, occupandosi di oggetti letterari e senza dare il menomo motivo di lagnanza, si è dimostrato disposto a rilasciargli un passaporto per la Toscana, sempre che gli consti che la di lui ammissione in questi domi-