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Pagina:Misteri di polizia - Niceforo, 1890.djvu/93

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tare quella parte di sfinge, che ancora non ha trovato il suo Edipo, benchè di quando in quando qualcuno gridi: ecco trovato Edipo! E se l’Edipo autentico, il definitivo, s’aspetta ancora, si figuri il signor lettore se poteva dirsi bello e nato e capace di sciogliere indovinelli e sciarade il giorno in cui la polizia toscana apprese che Carlo Alberto, insieme alla sua famiglia, era arrivato nella dominante dei felicissimi Stati di S. A. I. e R. il granduca Ferdinando III!

Essa, la polizia, tanto l’alta quanto la bassa, invece di mettersi a decifrare quel rebus incarnato in un principe che codini e liberali odiavano, perdette addirittura la testa; quella testa che ogni vero poliziotto non dovrebbe mai perdere, sino al punto che lo stesso signor presidente del Buon Governo, quando mise il visto sul passaporto di Carlo Alberto presentatogli dal marchese Costa di Beauregard, non seppe leggere correttamente il nome sotto il quale viaggiava (diciamo viaggiare così per dire) l’augusto personaggio.

Difatti, per tutta quella giornata, il cavaliere Puccini nel minutare da sè stesso le note riguardanti l’ex-reggente degli Stati Sardi (sissignori, allora i ministri di polizia trovavano il tempo di minutare di tutto loro pugno il loro carteggio riservato) quel nome gli uscì sempre dalla penna assai malconcio: ora era un Burgos, ora un Burges, tal’altra (non bisogna poi sapergliene male, al signor presidente del Buon Governo; chi dice che lei, mio signor lettore, che in questo momento se la ride sotto i baffi, nei panni di quel galantuomo non avrebbe fatto lo stesso?) tal’altra, diciamo, era Bruges; e l’imbarazzo, diciamo ortografico, del signor Presidente si comunicò al ministro dell’interno, S. E. il signor consigliere don Neri Corsini, il quale, sulle prime, ebbe a credere di trattarsi d’un conte di Bruges.

All’indomani, quando il signor presidente Puccini e S. E. Corsini ripresero il loro sangue freddo e al momentaneo scompiglio ebbe a far seguito la fiaccona propria degli uomini di Stato toscani, si venne a sapere che il genero dell’Augusto Padrone (stile del tempo) viaggiava sotto il nome di conte di Barges.