Pagina:Monete dei romani pontefici avanti il mille.djvu/42

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vi possano segnare, che se volessero dire 12 folleri pochissimo sarebbero qualora i nostri pezzi fossero tremissi, e troppo se quarti di migliaresi. Non trovando come spiegar tali lettere mi viene un dubbio, ed è che quando queste monete siano d’argento, come pare siccome esse imitano nel peso i denari che Pipino faceva battere in Francia, che questo sistema di monetazione abbi Adriano seguìto per l’intrinseco; così potrebbe essere che quel re, il quale primo dei Franchi non emise che monete d’argento, si sia servito come base del suo sistema delle monete che i Bizantini battevano in Italia, le quali da principio erano tremissi d’oro, e poco per volta scomparendo quel metallo finirono per contenere solamente argento. Questa moneta poi detta da essi denaro spendevasi per la dodicesima parte di un soldo fittizio d’argento.

Nel campo del rovescio dei suddetti pezzi la croce indica moneta cristiana, e le lettere R-M sono parte del nome della città dove furono battuti, cioè Roma. La leggenda attorno Victoria Domini Nostri allusiva non come prima all’imperatore, ma a Cristo, è copiata da quella delle monete bizantine. Il Conob dell’esergo, sulla di cui significazione tanti sono i pareri, nel nostro caso credo essere stato messo per pura imitazione.

Queste monete sono il risultato d’uno de’ principali atti di sovranità esercitato in Roma in questi tempi dal papa, il quale vi volle conservare tulle quelle indicazioni di signoria che vi avevano sin allora impresso i cesari di Bisanzio. Il Dominus Noster chiaramente significa che chi vi si nomina è il padrone di Roma; dobbiamo però cercare quando Adriano abbi incominciato ad usare di tal privilegio.

Una bolla abbiamo di esso del 7721, cioè di vari mesi dopo la sua elezione, ed essa è datata dagli anni dell’impero di Costantino Copronimo e di Leone Cazaro, prova che allora questi imperatori, quantunque nemici della Chiesa, almeno negli atti pubblici e così per conseguenza anche sulla moneta erano nominati e riconosciuti, ma indi nè essi, nè i loro successori vedendosi più in essi menzionati, anzi come appare da bolla del 786 a favore della badia di S. Dionigi presso Parigi2, che termina regnante Domino Deo etc. Anno Deo propitio pontificatus Domini Nostri in Apostolica Sacratissima Beati Petri Sede XV, Indictione IX, in luogo de’ loro nomi leggendosi solamente segnati gli anni del pontificato d’Adriano Domini Nostri, si può

  1. Bullarum, Diplomatum et privilegiorum sanctorum romanorum pontificum. Taurinensis editio 1857. 4° T. I, pag. 254.
  2. Idem, pag. 257.