Pagina:Monete dei romani pontefici avanti il mille.djvu/43

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con ragione credere che l’ultima apparenza di sovranità di quelli imperatori nel ducato romano sia scomparsa colla caduta del regno de’ Longobardi, dopo la qual epoca troviamo che Carlo Magno come patrizio creato dal papa amministrava co’ suoi messi la giustizia in detta città, e ciò forse da quando vi venne il re suddetto e vi rinnovò l’atto di donazione fatto dal padre, e ciò per tacito consenso di quel popolo che di tutto era debitore all’amore e carità dei pontefici. Dopo quell’anno per conseguenza deve Adriano aver fatto coniare tali monete, che consentono precisamente colla formola adoprata nella suddetta bolla.

Un altro pezzo d’argento ci rimane ancora a descrivere (Tav. I, N° 10), e che pel suo tipo e per non leggervisi nome d’imperatore venne giustamente a questo papa attribuito. Ha nel diritto una croce coll’asta perpendicolare molto più lunga dell’altra, e posta su due gradini in modo che in due divide la leggenda scritta su tre linee, cioè HADRIANUS PAPA, e nel rovescio pure su tre linee divise da due sbarre orizzontali SCI PETRI. Questo pezzo pubblicato già dal Vignoli abbenchè solamente mezzo epperciò mancante d’una sbarra1, e da esso detto denaro d’argento, fu ripubblicato dall’Argelati2 come d’oro, e dice di averlo avuto in communicazione dal P. Bandini, ma siccome appare avere l’intagliatore copiato il pezzo dal Muratori, vi mise per indicarne il metallo, le lettere AR, cioè argento, del qual metallo è appunto il denaro che pubblico, ma ignorandone il peso e la bontà non posso conoscere a qual specie di moneta si accosti, tuttavia crederei che possa essere uguale alle sopra descritte, quantunque alla verità nulla abbia di comune colle italiane di quell’epoca, perciò dal vedersi il nome di S. Pietro alla seconda persona e scritto come sulle tessere di Gregorio III, mi lascia sospettare che possa essere un denaro d’elemosina imitato da quelli di Pipino, dei quali abbiamo già parlato.


LEONE III

795-816.


Il dì 26 di dicembre del 795 fu eletto a sommo pontefice Leone III romano, ed il giorno susseguente solennemente consecrato.

  1. Antiquiores romanoram pontificum denarii. Romae, 1734, pag. 1.
  2. De monetis Italiae dissertationes. Mediolani, 1750. T. III, pag. 63.