Pagina:Monete dei romani pontefici avanti il mille.djvu/77

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quelli sin allora battuti, ed invece quello che ora descriverò con Karolus, non ha più alcuna rassomiglianza coi denari per l’avanti dai papi coniati coi nomi degli imperatori, ma ha invece il tipo del seguente, che è il primo battuto durante la vacanza dell’impero, dalla morte cioè di Carlo il Calvo avvenuta nell’ottobre dell’877 all’Epifania dell’881, quando venne incoronato Carlo il Grosso.

Questo pezzo (Tav. IV, N° 10) ha nel campo del diritto un monogramma composto delle lettere IOHANS ed attorno diviso da una rosa il nome di ROMA, e nel rovesciò nel quale si metteva il nome dell’imperatore, un busto quasi di prospetto con barba e corona di capelli e tenente colla destra una croce ed ivi scritto SCS ed alla sinistra PETRVS.

Ora venendo a quello sul quale leggesi da una parte in giro (Tav. IV, N° 11) KAROLVS IMP e nel centro un monogramma simile all’antecedente, e che perciò ci dà IOHANS, e dall’altra una figura uguale alla sopradescritta e colla stessa leggenda, crediamo di non andar errati attribuendolo all’epoca che corse tra l’incoronazione del terzo Carlo e la morte del pontefice sul finir dell’882, stante che in questo denaro intieramente s’imiti quello battuto durante l’impero vacante, non essendovi poi ragione alcuna per credere che Giovanni avesse introdotto nel tipo de’ suoi denari prima di quest’epoca tal novità, che vedremo in seguito adottata da altri papi in simile occasione.

Avendo potuto riconoscere il peso dei pezzi coi Ni 8 e 11 li trovai ambedue di grani 24, epperciò al solito scadenti.

Un altro denaro crediamo di dover pubblicare di questo pontefice abbenchè non appartenghi alla zecca di Roma, perchè coniato col suo nome ed a suo onore da un vescovo di Capua.

L’Erimperto1 ci narra come un tal Landenolfo aveva ottenuto, abbenchè vivente il legittimo vescovo Landolfo, di essere da Giovanni VIII nell’879 consecrato vescovo di Capua, ciò che fu indi causa che il papa dovesse venire in questa città e dividerne la diocesi, lasciandone la metà a Landolfo con residenza in Capua Vecchia e dandone l’altra metà a Landenolfo colla Nuova Capua, e soggiunge che Hoc factum est quia Landenolfus pria se subdiderat dicto Papae, in cuius nomine et chartae exaratae et nummi figurati sunt. Questa appunto è la moneta che ora descrivo (Tav. IV, N° 12). Essa è d’argento buono e fatta ad imitazione di quella che a Napoli si lavorava a nome dell’imperatore Basilio, che conservasi nel Regio Medagliere di Torino, e fu

  1. Muratori, Rerum Italicarum scriptores. T. V, Col. 24.