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Durante la vacanza dell’impero, dall’anno 888 sino alla fine di febbraio dell’891 quando incoronò Guido, papa Stefano fece coniare monete sulle quali per la prima volta troviamo assieme i nomi dei santi Pietro e Paolo.

Di essi il primo (Tav. V, N° 6) da un lato ha in giro SCS PAVLVS e nel campo in monogramma STEANVS, e dall’altro in mezzo ROMA disposta attorno una rosa ed in giro SCS PETRVS. Questo denaro che è del peso di grani 22 fu dal Vignoli1 attribuito a Stefano IV, ma le monete di questo papa, delle quali però alcuna certa non mi venne fatto di conoscere, devono avere il nome di Lodovico il Pio durante il cui impero esso visse, nessuna ragione esistendo perchè lo abbia ommesso.

Un’altra moneta consimile venne pubblicata dallo stesso Vignoli2 e da esso giustamente attribuita a questo pontefice, nella quale leggesi (Tav. V, N° 7) nel diritto SCS PETRVS ed in mezzo legate in forma di croce le lettere SEPN e nel rovesciò SCS PAVLVS con il monogramma ROA per Roma nel campo.

Il Cinagli avendola trovata di soli grani 17 la disse mezzo grosso, grossi con denominazione erronea chiamando i denari papali, ma è difficile il deciderlo per trovarsi ora dette monete sempre varianti nel peso.

Dal tempo che corse dall’incoronazione di Guido alla morte di Stefano, devono essere stati coniati dei denari col nome di quest’imperatore, ma nessuno credo che sinora siasene scoperto.


FORMOSO

891-896.


Le fazioni che laceravano l’Italia fecero sentire il loro maligno influsso anche in Roma, dove trattandosi di addivenire all’elezione di un successore a Stefano, una parte del clero e popolo elesse Sergio diacono della Chiesa romana, e l’altra Formoso vescovo di Porto, il quale costrinse il suo competitore ad allontanarsi, e così venne egli consecrato sulla metà di novembre dell’891.

  1. Come sopra, pag. 23.
  2. Idem, pag. 50.