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essere a denari 9 ed a pezzi 102 al marco1, e che alla prima si riconosce per una contraffazione del doppio tornese di Carlo il Bello re di Francia2. Varia però questo pezzo da quanto fu prescritto nel 1349 per le leggende, chè dal lato della croce gigliata evvi MONETA . AMEDEI; dall’altro poi, nel quale vedesi una corona aperta e gigliata, non scorgesi che una confusione di lettere, delle quali altro non si può distinguere che la parola DVX, forse allnsiva al titolo di duca del Chiablese, che questo principe fu il primo ad usare.
La settima (T. I, N° 7) è la falsificazione di un doppio parisiis di Filippo di Valois3, e che Amedeo VI, col nome di bianco o doblos concesse il 27 febbraio 13524 a Bonaccorso Borgo di battere in Ponte d’Ain «consimiles monete regie in pondere, in figuris et caracteribus, ita tamen quod ponator nomen domini comitis nbi melius et consonantius videbitur magistro tailiatori», ed appnntn così meglio parendo all’intagliatore dei conii, da una parte nel campo su due linee mise senz’altro FRANCORV . come i parigini buoni, e attorno AMEDEVS COMES, e dall’altra una croce avente l’asta verticale prolungata inferiormente sino all’orlo del pezzo, e le altre tre gigliate con MONETA DVPLEX.
L’ottava (T. I, N° 8) è un fiorino d’oro boni ponderis, che presenta da un lato la figura del conte seduto in trono col capo scoperto, vestito di cappa e tenente colla destra la spada, con attorno AMEDEV . COMES. S., e dall’altro in cornice formata di tre segmenti di circolo divisi da altrettanti angoli acuti lo scudo appuntato di Savoia con DVX . CHABL. IN ITALIA MARC.
In questo fiorino, che grossolanamente trovasi disegnato in una tariffa membranacea del secolo XV esistente nella biblioteca imperiale di Parigi, nella quale leggesi dover pesare due denari e tre grani con due grani di tolleranza come altrove dissi5, non leggendosi il titolo di Dux Sabaudiae ma solamente di Comes, fa dubitare che venisse coniato da Amedeo VII, e se dall’VIII, ciò dovette essere prima che la Savoia in ducato si erigesse.