Pagina:Monete del Piemonte inedite o rare - supplemento.djvu/58

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con quei, che veniranno a pigliar di questa moneta, de quali dice di non saper i veri nomi, perchè sopra i libri del signor di Frinch tolti sono falsificati, corendo per principale un tal Bartolameo della Vedoa veronese, ma asserisce che hoggi sono accordati con il signor Giulio Cesare qaattro mercanti veronesi, et bergamaschi, gii hanno esborsati sedeci mille scudi d’oro, ma però fin hora non hanno incominciato a lavorar per il bisogno di diverse cose, de quali havendo da far le provisioni nelle città grosse, si offerisce medesimamente di procurare, che quei ministri restino prigioni o nelle città del signor doca o in quelle di Monferato, poiché dal castello di Frinch difficilmente potrebbono esser levati per esser assai grande et molto forte per fabricato all’antica, non pretendendo altro dalla Serenità Vostra in ricompensa, se non che gli sia data tanta buona valuta quaota sarà la somma de i sesini che egli farà capitar nelle mani dei suoi rapresentanti, con la captura de i sudctti, et la libcrationo di tre banditi delle rondilioni, che mi farà poi sapere quando sia abracciato il negotio; et perchè doverà egli restar preso insieme con gli altri interessati dimanda l’impunità sua, et di alcuni altri che lo accompagneranno. Che è quanto per hora posso dire all’ F.E. vv. Grafie etc.

Di Turino li 6 decembre tG03
Di Vostra Serenità
Francesco Priuli Amb.


Serenissino Prencipe

. . . . . Non hanno bastato li severi ordini della Serenità Vostra contro li signori di Frinch, che pochi giorni sono il signor Giulio Cesare ha dato principio a lavorare nella sua zecca, et per quanto intendo ha pensiero di far batter oltre i quatrini anco delle gazete da vinti et da quaranta con il medesimo impronto di quelle che si fabricano nella zecca di Venetia; et per potere con maggior sicurtà attendere a cosi mal opera s’è assai fortificato nel suo castello, nè si lascia veder fuori se non ben accompagnato; tuttavia se bene qui questa voce è assai palese, non si vede però provisione alcuna, che mi fa sospettare, che li ministri del signor Duca non siano senza qualche interesse in questo fatto. Gratie etc.

Di Torino li 90 decembre 1603
Di Vostra Serenità
Francesco Priuli Amb.


Serenissino Prencipe

. . . . . Hora le dico, che le lettere per Francia non si sono fermate doe hore in mia mano, havendole il medesimo giorno incaminate al maestro di Lione, perchè le faci quanto prima tenere all’illustrissimo Badoaro, et alle altre con le quali mi da conto dell’espcditione degli interessati nella cecca di Frinch; obbedirò pontualmente li commandamenti dell’EE. VV., non potendo per hora dirle altro particolare in questo proposito, se non che dalla publicatione del bando si sono tutti intimoriti; et spetialmente il signor Giulio Cesare ha fatto fare gagliardissimi offitii con S. A. perchè procuri dalla Serenità Vostra d’essere riaudito, dando per sua discolpa l’inimicitia ch’esercita con il signor Hercole, che non è suo fratello, e dicendo di non haversi mai servito della cecca, ma io però ho fatto penetrare al signor Duca, che non è vero, et che dal