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capitare nelle mani della Serenità Vostra, con questo però che a lui sia concessa l’impunità insieme con doi suoi congiunti, et data quella ricompensa che si resterà d’accordo; ma io, che solamente desidero d’obbedire all’EE. VV. non passerò più avanti senza il loro commandamcnto. Maggiori particolari di questi per hora non ho potuto cavare, essendosi sparsa voce che la Serenità Vostra habbi messa grossa taglia sopra la testa di esso sig. Hercole, et anco d’alcuni altri ministri, che causa in ognuno di quel loco gran timore, et medesimamente gran risse rva nel parlare di questo fatto, però io non posso dir d’avvautaggio per non ricever questa settimana lettere da Venetia, che per conseguenza mi leva l’ baver notitia di quanto passa. Gralie etc.

Lista dei nomi:

Signori Giulio Cesare, et Hercole Mazzetta signori di Frinch. maestro di zecca:

Alessandro Spada di Galiano stato di Monferaro di età di quaranta cinque in cinquantanni in circa.

Offitiali della zecca del sig Hercolc:
Ferdinando Coconato
Gioachino Coconato
Antonio Coconato
delli signori di Primecho, sudditi del signor duca di Savoia.
Operarii della zecca:
da Passerano, sudditi del sig. duca di Savoia.
Di Turino li 19 novembre 1603
Di Vostra Serenità


Serenissimo Prencipe

Oltre a quanto io scrissi alla Serenità Vostra la settimana passata intorno al negotio di Frinch, ho inteso dopo, che dubitando il sig. Giulio Cesare di correr gran pericolo nel continuare per l’avvenire la fabrica dei sesini falsi s’è risoluto di mutar sito nel lavorare, et lasciar dì valersi di tutti li ministri che servivano sotto il sig. Hercole eccetto però un tal Giacomino da Moncalvo, al quale ha data la carica di maestro di cecca in loco di Alessandro Spada da Galiano, fidando più nei sudditi del sig. duca che in quei di Monferato, come era il primo, et questo perchè non solo S. A. protese il feudo, come vicario imperiale in questi stati, ma per essersi particolarmente racomandato a lei forse con fine che per qualche ricognitione gli sia tolerato il mai uso di quella cecca, dando di ciò assai chiaro inditio il vedere come facilmente sia svanita la querella data al signor Hercole sopra il stampar moneto false. A che non havendo mai voluto assentire il signor Antonio terzo consorte di quel fendo, s’è retirato, et per quanto intendo ha venduta la sua parte a gli altri doi, ma di ciò non ho tanta fermezza, quanto di che egli non habbi mai esercitata la cecca. Quel tale, che so mi è offerto di far capitare nelle mani della Serenità Vostra gli suoi sudditi, che hanno comertio in questa pessima opera, persiste nel medesimo promettendomi d’obligarc in scrittura la vita, et tutti quei pochi beni che ha, se comette fraude nell’administrarc li cinquecento scudi, che dimanda anticipatamente per poter cambiare, et con questo mezzo accompagnarsi