Pagina:Monete e medaglie degli Spinola.djvu/76

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erede di Gian Pietro, verso l’Oratorio di S. Filippo, al quale legò annui scudi cento quarant’otto d’argento, onde fossero celebrate con quello splendore che alla religione si addice, le pie pratiche che colà han luogo di sera.

Dissi che la Chiesa delle Vigne ebbe principio da quei primi, da cui discese questa nobil famiglia, ed altri tempii enumerai dagli Spinola fabbricati; ad essi aggiungerò la Chiesa di S. Giacomo di Carignano, che vuolsi fondata da Ansaldo nel 1154; l’altra di S. Carlo dei Carmelitani Scalzi eretta dal P. Agat’Angelo; e quella or distrutta di S. Domenico, che se non in tutto, in gran parte fu fabbricata colle largizioni degli Spinola. Il celebre Oberto del quale narrai le virtù ed il valore, innalzò la Chiesa di S. Luca nel 1188, che poi nel 1589 per breve di Papa Sisto V venne dichiarata parrocchia gentilizia delle due famiglie Spinola e Grimaldi. Gian Domenico Duca di S. Pietro ristorò il coro del già nominato Monastero di San Giacomo di Quarto; Taddeo costrusse del suo quello del Monastero di S. Sebastiano; e la Chiesa di S. Fruttuoso in Bisagno, e l’altra della Pace fuori la porta dell’Arco ricordano i molteplici benefizii di Andrea, di Luciano, e di Geronima Signora di Cantalupo. E di matrone pie e benefiche non fu mai scarsezza in questa illustre famiglia. Ne fan prova i nomi di Placidia Spinola vedova di Carlo Doria Duca di Tursi, che dal 1626 al 1664 raccolse ed alimentò in adatto ricovero presso la Chiesa della Madonnetta buon numero di povere donne, e assai adoperossi per la fondazione del Monastero della Neve, che cumulo di benefizii; Maria di Gesù vedova di Agostino Spinola cambiò lo splendore della casa col cilizio delle Carmelitane scalze, ed eresse il lor Convento di Gesù e Maria.