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nulla. Anzi aggiungerò che particolarmente a valle de La Brunecca il fondo sottoglaciale anzichè approfondirsi per erosione va lentamente innalzandosi per il sovraccumularsi del materiale morenico di fondo. Ed è appunto in grazia di questo fatto che la massa glaciale specialmente a valle della fronte del ghiacciaio Piccolo di Verra, risulta sopraelevata rispetto alla doccia valliva.

Anche nei periodi di più attivo progresso i materiali morenici trasportati dalla massa glaciale, e che comunque cadono dai bordi interni o attraverso i crepacci sul fondo, non vengono che debolmente sospinti in avanti, anzi piuttosto scavalcati dalla massa glaciale. Ciò si è potuto verificare molto bene presso la fronte all’epoca dell’ultimo periodo di progresso del 1920.

Infatti ora che la massa glaciale se ritirata di qualche centinaio di metri a monte, tutta la regione interna già occupata dal ghiacciaio si presenta convessa anzichè concava come per il ghiacciaio del Lys, appunto perchè il ghiacciaio ha lasciato in posto scavalcandoli tutti i materiali morenici trasportati sulla sua superficie.

Lo stato attuale di tutta la regione valliva fino ai pressi del Piano di Verra ci conferma che anche in passato si dovette verificare un uguale esagerato accumulo del detrito morenico. I limiti estremi dei massimi di sviluppo del principio del XVII secolo e del XIX secolo non ci sono infatti rilevati da regolari archi morenici frontali come in genere per gli altri ghiacciai, ma soltanto da una enorme dorsale a gradinata rilevata nel mezzo, nel senso longitudinale e degradante verso i due bordi.

La particolare natura litologica dell’intero bacino scavato nei serpentini e serpentinosisti estremamente fratturabili e talora spappolabili, facilita in pari tempo questo enorme accumularsi in sito del materiale morenico. Tenuto conto di tutto ciò ci si rende facilmente ragione del perchè il tronco di abete non sia stato trasportato a valle dal ghiacciaio durante i precedenti periodi di progresso venendo invece soltanto ora alla luce coll’eccessivo regresso di questi ultimi anni. Cresciuto poco a monte della regione frontale del ghiacciaio attuale, allorchè questo dovette avere uno sviluppo alquanto inferiore a quello di oggidì, in seguito al progresso della fine del XVI secolo o del principio del XVII, venne abbattuto ed inglobato entro la massa detritica di fondo. Ed è rimasto pressapoco dove era cresciuto o tutt’al più sarà stato trasportato verso valle di qualche diecina di metri inglobato nel materiale morenico di fondo, che il ghiacciaio nel suo sopravanzare ha scavalcato nè più rimosso di molto.

Considerato che il tronco da me trovato è un abete — ossia d’una conifera, caratteristica d’un clima caldo-umido, che notoriamente alligna di preferenza all’ombra di altre piante ed il cui limite altimetrico attualmente, per quanto ho sempre osservato, è più basso del larice e del pino cembro — è da presumersi che tutta la regione frontale fosse un vero bosco più o meno