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Si è soltanto nel XVII secolo con l’Arnod [5] e nel XVIII con Scheuchzer [75], Tillier [84], Gruner [44], De Saussure [23] che vengono specificatamente rilevate per la prima volta le non poche difficoltà di transito attraverso molti valichi per l’aumento delle masse glaciali.

Ma è sopratutto nella letteratura della prima metà del secolo scorso col Durandi [28], Schott [78], Engelhardt [29], Fröbel [36], Forbes [31, 32], La Sarraz [37], Schiner Hildebrand [76], Desor [25], Agassiz [1, 2], Godeffroy [39], Wyss [97] ed in particolare col Venetz [92] che noi vediamo riportate qua e là le varie tradizioni locali sulla maggior frequenza di transito in epoca passata attraverso molti valichi resisi impraticabili in seguito all’aumento dei ghiacciai.

E molte di quelle vie attraverso i colli erano anche dotate di ottime mulattiere in parte lastricate come comprovano le relative vestigie, che, nonostante l’enorme distruzione operata dal gelo e disgelo nel corso di tanti secoli, si sono conservate qua e là. Così dicasi delle mulattiere che dalle valli di Lanzo per i colli dell’Alteretto e d’Arnas conducevano alla Moriana, quella attraverso il Colle della Seigne, quelle che da Ollomont e da Prarayé comunicavano rispettivamente per il Colle di Fenètre e per il Col di Collon con la valle di Bagnes e con Evolena in Val d’Herens, nonchè quelle, per non citare che le più importanti, che per il Colle del Teodulo e per il Monte Moro portavano rispettivamente dalla Valtournenche e dalla Valanzasca nelle Valli di Zermatt e di Saas.

Il traffico attraverso il Monte Moro (2862 m.) doveva essere molto attivo nel medio-evo come risulta da un titolo del 1219 che lo dimostra già frequentato in quest’epoca [37] e dalla pergamena del 30 maggio 1403 [6], epoca in cui venne decretata la ricostruzione della strada del Monte Moro fra gli abitanti della Valanzasca e del Vallese, tenendosi a Macugnaga (Pecetto) dal 16 al 31 agosto una fiera per antichissima concessione, fiera assai frequentata specialmente dagli abitanti del finitimo Vallese, il quale vantava dei diritti su di essa probabilmente perchè vi era stata trasferita dalla valle del Visp. Alla pergamena del 30 maggio 1403, citata dal Belli, verosimilmente si riferisce pure, per quanto non vi sia perfetta concordanza di data, Peter Joseph Zurbruggen (= Zurbriggen) nella sua cronaca «Die Geschichte des Thales Saas aus etlich hundert Schriften zusammengetragen». Dice questa cronaca: «1440 wurde von den Saasern und denen von Antrona die uralte Strasse über den Berg hergestellt: beide mussten ihren Teil erhalten bis auf den Gipfel des Berges». E più oltre: «Auf Antrona und Makugnaga passirte man vor Zeiten häufig mit Pferden, mit allerhand Vieh und vielen Kaufmannswaren, und wurden schon im Jahr 1440 uralte Pässe genannt».

L’intenso traffico anche di merci, citato dal Zurbriggen, verrebbe anche comprovato dalla informazione datami dal cav. Pala di Macugnaga,