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des tours et détours que causent les crevaces et fentes du glacier, et si le mauvais temps s’y donnoit il faudroit y périr. A la sommité qui fait les confins des Estats discontinue le glacier et s’appelle Orein, où l’on a fait une guérite qui est inutile à cause qu’en hiver elle se remplit de neige par le vent, la quelle se rendant en glace au printemps ne se dissipe point en esté. Depuis la sommité recommence le glacier avec une rude descente tirant à droitte contre un gran mont, avec des grands dangers pendant une heure, et depuis le glacier pendant une heure aussy par des mauvais chemin tirant au midy l’on y trouve le village de Prarayé».

Quale profondo contrasto! Se anche anteriormente al XVII secolo le condizioni del colle fossero state uguali a quelle che vengono descritte dall’Arnod ci si potrebbe porre la domanda se sarebbe stato possibile e veramente necessaria, come dicemmo dianzi, la costruzione e relativa manutenzione d’una strada mulattiera e se sarebbe stato fattibile tutto quel gran passaggio di uomini, truppe, bestiame con relativa fiera alla testata d’una valle alpina a 2000 metri d’altitudine, tutt’intorno chiusa da una elevata muraglia coperta in gran parte da ghiacciai e da nevai e per le cui finestre di Collon e des Bouquetins non passano ormai più che alpinisti e... contrabbandieri!

Le conclusioni alle quali siamo pervenuti per il Colle Fenêtre a maggior ragione si debbono trarre per i colli dell’alta Valpelline e per il Col Collon in particolare, che ancora oggidì, pure in così profondo periodo di regresso, è coperto da una ininterrotta massa glaciale e che si raggiunge dal versante settentrionale percorrendo quasi per intero il grande ghiacciaio di Arolla. Non possiamo quindi condividere l’idea del Kinzl (op. cit., pag. 380) che la diminuzione del traffico attraverso questi colli debba considerarsi semplicemente come un fatto antropogeografico, essendo stata imposta dalle difficoltà di transito per l’aumento delle masse glaciali.


In questa zona delle Alpi, ma a nord e leggermente fuori della catena spartiacque principale si trova ancora il Col d’Herens (m. 3480) il più elevato di tutti quelli finora esaminati, completamente ghiacciato mentre immensi ghiacciai si estendono pure su entrambi i versanti. Mentre oggidì è quasi ignorato e percorso soltanto da qualche alpinista, nella storia del medio-evo ebbe invece a rappresentare una parte molto importante, diremo quasi eccezionale, non solo per le dirette comunicazioni tra Zermatt e la vai d Herens, ma anche tra le valli d’Herens e d’Anniviers e persino della Turtmannthal con la Valtournenche come ha ben messo in evidenza il Coolidge in due interessantissimi articoli [16, 20].

Già nella prima metà del XVI secolo lo Tschudi nella sua Gallia Comata e lo Stumpf nella sua Chronik ricordano in modo ben chiaro, senza dargli un nome specifico, il Col d’Herens come il passaggio più diretto per recarsi dalla valle d’Aosta attraverso il Colle del Teodulo e Zermatt nella