Pagina:Moore - Il profeta velato, Torino, 1838.djvu/105

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Il fuoco accende un condannato spirto.
     360Ma or altr’opra l’aspetta — opra a cui vuolsi
Intender tutta la feroce possa
E di mente e di mano onde lo fêro
Ricco i demoni in copia: — ecco; rimira!
Vedi quelle pianure a cui la notte
365Le sue tenebre addusse? Ivi contempla
Quei mille fochi numerosi al pari
Delle lucciole vaghe onde s’ingemmano
Dell’India i campi nelle notti ombrose;
Or ben; colà per tratto ampio e lontano,
370Quanto que’ fochi invian la formidata
Loro luce all’intorno, ingombra è tutta
La campagna di tende e lunga fila
Corre di padiglioni oltre i confini
Dell’oscuro orizzonte infin che splende
375Tra le fonti e i boschetti a cui sovrasta
Dall’eccelsa collina in maestosa
Pompa di guerra la regal cittade.
Pure Mokanna impavido dal sommo
Di sue rocche eminenti il guardo inclina
380Su quel campo infinito — anzi sorride
In pensar che, quantunque assedïato
Ed esausto di forze, una cotanta
Oste incontro gli mova; e senz’amici,