Pagina:Moore - Il profeta velato, Torino, 1838.djvu/107

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Lo smarrito fulgor de’ dïademi
410Di questa terra, la regal corona
Di Gerasidde, il luminoso trono
Di Kosro, e il fiocco d’aïron splendente
Sulla fronte d’Alì cedono a guisa
Di stelle allor che i cieli apre il mattino;
415Esultate o guerrieri! alfin risplende
Vicino il porto a cui volgemmo il corso
L’oscuro mare del destin varcando.
Vittoria è nostra! — nel volume aperto
Solo allo sguardo de’ celesti è scritto
420Che lo scettro d’Islamo andrà spezzato
Sotto la possa del suo gran nemico
Allorchè della luna il maestoso
Disco dal Santo Pozzo di Neksebo
Sorgerà per divina opra — mirate!»
     425Ei si volsero a un tratto, e, mentre ancora
Favellava il profeta, un subitano
Splendor si sparse, e si mirò lucente
Quasi un disco di luna ampio levarsi
Dal santo pozzo e saettar lontana
430La sua luce d’intorno alla cittade,
E sopra la pianura, un tal mandando
Torrente di splendor sulle dorate
Torricelle frequenti, e sul leggiadro