Pagina:Moore - Il profeta velato, Torino, 1838.djvu/130

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Nel guardo e nelle gote, e la medesma
985Morte di tale chiarità la fronte
Gli adornava, qual suol pingere a sera
I confini del cielo allor che notte
Già l’altre parti del creato adombra.
Pur dianzi in lieto sogno eragli apparsa
990Una celeste visïon: la bella
Creatura, per cui sì lungamente
Pregato avea quell’infelice e pianto,
S’era mostrata a lui tutta vestita
D’angelico sorriso, e gli dicea
995Che fortunata ell’era. Il buon vegliardo
Grazie al cielo ne rese, indi morìo.
Or sulla riva dell’amato fiume
Presso la sua Zelica ei si riposa!