Pagina:Moore - Il profeta velato, Torino, 1838.djvu/17

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Tutto splende il delubro, e mille e mille
110Ardon lampade intorno emule in luce
Delle vivide stelle onde s’adorna
A notte il cielo. Un giovane guerriero
Dalla folla si parte e maestoso
Procede in mezzo al tempio; un lucid’arco
115Egli tien nella manca; il fianco ha cinto
D’una fascia trapunta; un foderato
Berretto a pelle gli ricopre il capo
Quale s’usa in Bucaria. In tale arnese
Egli dunque s’avanza e fiero è tanto
120Nel portamento suo, che una vagante
Cometa ci sembra per lo cielo estivo
Minacciante sciagura. Esso è venuto
Tutto fede e prodezza, e unirsi anela
Ai guerrieri che pugnano devoti
125Allo stendardo di colui che scese
Messaggiero del cielo all’universo.
Quantunque ei fosse dell’età nel fiore,
Pur già del giovinetto Azimo il nome
Suonò nell’occidente; oltre le nevi,
130Di che Olimpo s’ammanta, ancor garzone
Egli pugnò; nella battaglia oppresso
E fatto prigioniero in Grecia ei stette
Finchè la pace i suoi legami infranse.