Pagina:Moore - Il profeta velato, Torino, 1838.djvu/35

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Ma così non si fu nella tua mente
560Infelice donzella! Abbenchè lume
Venisse a te, non tutto esso veniva;
Era un barlume che brillò fugace
Sull’intricate vie del labirinto,
Fra cui ciechi e perduti ivano i sensi,
565Ma non mostrò l’uscita; era un barlume
Che fra la procellosa onda rifulse
Di subito splendor, ma il sospirato
Porto di scampo illuminar non volle.
All’apparir del giovine diletto
570La memoria sollecita al pensiero
Le recò le beate ore di pace
Che sì ratte passâr; ma ripensando
Che poscia l’alma sua s’era sommersa
Nel lezzo della colpa, e astretta ell’era
575Dal giuramento..... oh! allor nova demenza
Le invadeva lo spirto e abbrividendo
Ella tornava nell’orror primiero
Del suo buio mental, quasi felice
Si ritrovasse nel ritor lo sguardo
580Ad una luce che spaventi arreca
E le lacera il cor; pure un conforto
Questa memoria di sua prima etade
Misto all’amaro del martir le addusse;