Pagina:Moore - Il profeta velato, Torino, 1838.djvu/36

Da Wikisource.

[31]

Pianto, dirotto pianto intorno al core
585Da lungo tempo raggelato ed ora
Distemprato e disciolto a quella guisa
Che di neve squagliata a primavera
Giù per gli omeri al monte a mille a mille
Si devolvono i rivi e giunti ad imo
590Irrigano la valle ove da lungo
Più non scorreva la benefic’onda.
Così mesta e depressa or primamente
Raccapricciò d’orrore, or che s’ intese
Dal profeta invitare al consüeto
595Loco della preghiera; un fresco e vago
Giardin locato in ripa alla corrente,
Ove il velato sir solea ritrarsi
Al cader d’ogni sera e alzar suoi preghi.
Iva solo talor; ma più sovente
600Compagna ai santi riti era una ninfa
Destinata a partir seco le preci.
  Nessuna innanzi a lui trovato avea
Tanta grazia e favor, quanto cotesta
Giovin sacerdotessa, e benchè spesso
605(Dopo l’orrenda notte in cui gli spechi
Terribili di morte alto echeggiaro
Di quel giuro fatal che sua la fece)
Le avesse il reo sua trista anima aperto