Pagina:Moore - Il profeta velato, Torino, 1838.djvu/50

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Peste e fiamma divenni, orribil mostro —
935Deh! quando andata io sia — »
                                                  «Taci, demente!
Taci, nè m’irritar. — Vedi baldanza!
Tanto audace non è quell’augelletto
Che ronzando s’attenta insinuarsi
Del cocodrillo nell’aperta bocca.
940Vuoi tu dunque fuggirti? — e non t’incresce
Lasciar la gloria del tuo casto impero
Sopra tutto l’Harèmo ove tu regni
Ora d’Allà ministra, ora d’Amore,
Ora adorata come santa ed ora
945Amata come bella e stai sospesa
Fra cielo e inferno come il venerato
Sepolcro di Medina? — E vuoi fuggirti? —
Fuggirai, sì; ma come fugge il vile
Rettile dal serpente allor che cinto
950Il tiene ei già coll’amorose spire.
Il tuo destino è immoto; — o fero o mite
Che si volva il tuo fato, insino a morte
Tu mia sarai, mia sposa insino a morte!
Dimmi: obbliasti il giuramento?» —
                                                            A queste
955Terribili parole ella, che forte
Da quell’amaro motteggiar trafitta