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Pagina:Moore - Il profeta velato, Torino, 1838.djvu/70

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380S’inseguiano veloci in varïata
Danza, che tutte dell’amor vicende
Finger sapeva in sì mirabil guisa,
Che veder t’avvisavi ora le gioie
E il languor degli amanti, ora l’infinte
385Ritrose voglie ed i consensi alterni.
La desolata vergine frattanto
Che in modi sì gentili avea cantato
Suoi domestici sogni in sul lïuto,
Come vïola che ne’ raggi ardenti
390D’estivo sol languisce e si scolora,
Timidetta e smarrita indi traeva
In altra parte, ma con sè portava
D’Azimo il mesto e fervido sospiro,
Quel sospiro che il cor manda talora
395Se fugace veggiamo a noi dappresso
Una forma passar, leggiadra ahi! troppo
Per rimaner quaggiuso; angiol di luce
Che noi mai più non rivedremo in terra!
     De le vaghe danzanti intorno al collo
400S’avvolgeano monili aurei di gemme
Orïentali che la fiamma e il lampo
Vincean della lucente onda che giace
Colà nel Caspio mar sotto l’eccelsa
Montagna di cristal; mentre sonagli