Pagina:Moore - Il profeta velato, Torino, 1838.djvu/93

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Pur non ei sofferì che di cotanta
60Nota fosse macchiato il puro occaso
Del suo regnar, nè invendicato andasse
Un tanto oltraggio; ma sull’Urna Santa,
Giusta il rito de’ suoi, proferto il giuro
Di vincere o morir, novellamente
65I suoi neri vessilli all’aura sciolse
E con prodi guerrieri al vincer usi
Viene or coll’armi ad atterrar l’orgoglio
Di cotestì ribelli onde si copre
La sua beata regïon del sole.
     70Tale non mai di Mahadì le truppe
Ricca pompa d’arnesi han dispiegata,
Neppur quand’esse mossero a migliaia
Al tempio della Mecca, e a pascer tanti
Pellegrini restaro impoverite
75Per vastissimo tratto le contrade;
Nè mai tant’armi da’ reami usciro
Dagli antichi califfi, quante or quivi
Ne raguna costui. — Primo ne viene
E compone le file antesignane
80Il popol della Rupe, cavalcando
I suoi leggieri corridor montani;
Seguono di Damasco i battaglieri
Che lavorate in oro hanno le spade;