Pagina:Morbosità Emma Arnaud.pdf/38

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occunpare quell'ora che le restava, è nella dolce indolenza del dopo pranzo non si muoveva, centelliniva come un vecchio il suo caffè senza zuccaro, aromatico, eccellente, portorico puro.

Faceva quasi caldo in quel pomeriggio di marzo, ed Elena sentiva un benessere che la rendeva buona, ben disposta verso la gente, contenta di vivere.

Il suo animo battagliero, turbolento aveva hisogno di quei momenti di calma por riposarsi; la sua fantasia eccitata sempre qualche volta si allentava, si assopiva; ma per ritornare subito a rifulgere più viva ancora, Non era la tranquilla serietà del pensiero che occupara quel cervello vano e bramoso d'emozioni, era la febbre continua delle passioni, dell'orgoglio, del trionfo, L'amore l'aveva appena sfiorata ed ella lo aveva guardato sorridendo, lasciando che si allontanasse dal suo cuore, senza far un moto per fermarlo, senza sentire un tremito, senza provare il bisogno di accogliere nel suo petto il bimbo gentile. — Non avrebbe saputo dove metterlo, non aveva nell’ anima il eantuccio, il nido solitario per quel dio potente, Nulla; la vita le pareva tanto bella così, era stata pazzamente amata da sno marito, ed aveva accettato quell'amore tranquillamente senza commoversi, come accettava i gioielli, i fiori, e le dichiarazioni dei suoi adoratori; come cosa naturale, dovuta, giusta. Passava in mezzo all’amore che la chiamava da tutte le parti, come il re passa tra la folla plaudente, senza emozione, salutando lievemente col capo, senza misurare